Commodore 8296 (1984) e 8250LP (1983)

Commodore 8296 (fronte)I computer Commodore che utilizzano questo case sono bellissimi. Un design che richiama la fantascienza degli anni ’60 e ’70, quando tutti si immaginavano che nel 1999, o nel 2001, o in qualche data astrale durante una missione quinquennale nello spazio, ci sarebbero state basi sulla luna ed enormi stazioni orbitali intorno alla terra. Il progetto del case di questo computer è opera di Ira Velinsky, contrariamente a quanto si legge su qualche sito in rete dove si cita Porsche.

Ho sempre sperato di ricevere in regalo un computer come questo da qualcuno che doveva buttarlo via (come mi capita di solito) ma essendo una macchina di fascia professionale, molto probabilmente le aziende che li utilizzavano se ne sono liberati da parecchio tempo e in vent’anni non ne ho mai ricevuto uno. Di conseguenza, quando ne ho visti due in vendita su un annuncio online, ho chiamato per prenotarli con la promessa di ritirarli a domicilio entro pochi giorni. Altre persone si erano fatte avanti, ma giocando la carta del ritiro a mano me li sono aggiudicati… peccato che la distanza tra me e i computer fosse di 320Km.

Le foto dei pezzi in vendita erano queste:

Commodore 8296 (foto annuncio)

Il titolo dell’annuncio era semplicemente “Computer Commodore”.

Per quanto poco utili a valutare lo stato dei pezzi, le foto sono state sufficienti a far suonare un campanello nella mia testa. Comunque ho ricevuto via e-mail qualche foto scattata con più luce, non ho confermato l’acquisto alla cieca.

Il giorno concordato sono partito presto, il materiale era in una soffitta in provincia di Modena. Praticamente tutto il viaggio è stato in autostrada, e sono arrivato a destinazione in tarda mattinata. Il materiale era fermo da parecchi anni, per cui ho preferito non provare i computer in loco: non volevo accenderli senza un’ispezione alla scheda madre e un controllo dei voltaggi in uscita dall’alimentatore.

I computer, seppure sporchi e impolverati, non avevano evidenti difetti estetici; le scocche sono verniciate, perciò non ingialliscono: con una bella pulita tornano come nuove. Il drive 8250LP è invece un po’ macchiato e ingiallito. Ho caricato tutto in macchina e, a parte una pausa per un panino in autogrill, ero a casa per metà pomeriggio.

Ecco una foto che ho scattato con il cellulare prima di pulire i computer:

Commodore 8296 (sporco)

Ho occupato il piano terra della casa per qualche giorno mentre li pulivo: due di questi cosi, smontati, occupano un bel po’ di spazio!

Le schede madri non avevano alcun componente arrugginito o esploso, nessuna perdita dai condensatori. Voltaggi dell’alimentatore a posto. Accensione… niente. Schermo nero, entrambi. Neanche il classico “PET beep”. Anche il drive, provato su un altro computer, non funzionava correttamente.

Era una possibilità che avevo messo in conto, ma avevo anche il piano B: Xad.

Commodore 8296

Nonostante le critiche di mia moglie su viaggio, tempo, e soldi spesi per due computer “rotti”, io ero certo che in un modo o nell’altro sarei riuscito a vederli funzionare di nuovo. Il vantaggio di questi computer, rispetto a quelli che utilizziamo oggi, è che ancora si riescono a riparare: non c’è mai una nota tecnica che dà come soluzione “replace logic board”. I componenti utilizzati si riescono a trovare ancora (quasi) tutti e si sostituiscono usando un saldatore, solo che io non ho le capacità per diagnosticare il guasto. Allora, dopo tanto tempo che avevo in mente di farlo, ho colto l’occasione per contattare l’uomo conosciuto ai più come Xad of Nightfall, un appassionato di vecchi computer come me ma con le competenze e l’esperienza per intervenire su queste macchine. Se date un’occhiata al suo blog capirete di cosa parlo.

Commodore 8296 (connessione tastiera)

Xad si è reso disponibile a passare mezza giornata insieme, e mi ha chiesto se volevo cedere uno dei due computer visto che a lui mancava. Dato che sono piuttosto ingombranti e non mi serve averne due, e che soprattutto ho dovuto comprarli, ho accettato la sua offerta e il giorno concordato sono partito per Trieste la mattina presto con il bagagliaio pieno di materiale Commodore. E’ la prima volta che ho venduto uno dei miei computer, cosa che non farei mai con materiale ricevuto in regalo; ma visto che è stato mio per così poco tempo, lo considero piuttosto un acquisto condiviso, dato che alla fine abbiamo praticamente fatto a metà di quello che ho pagato tra computer, benzina e autostrada.

Commodore 8250LP

La mattinata è passata in fretta, chiacchierando di computer, cercando il guasto del mio 8296 nella speranza di poterlo riportare a casa il giorno stesso. Entrambi avevamo pensato che il componente guasto fosse uno dei PLA (o entrambi), che è quello che più spesso smette di funzionare in queste macchine producendo i sintomi di “morte apparente”. Non era così purtroppo, e la mattinata non è stata sufficiente a capire quale fosse il problema. Ma alla fine Xad è riuscito a trovare il componente difettoso: un chip della RAM. Il suo 8296 invece aveva il guasto che avevamo previsto per il mio: un PLA KO.

Commodore 8250LP (fronte)

Il difetto del drive è stato più difficoltoso da diagnosticare, ma anche in questo caso Xad è riuscito a ripararlo. Maggiori dettagli tecnici sul suo articolo.

Commodore 8250LP (lato)

Sono tornato a Trieste un paio di settimane più tardi per recuperare i pezzi, ho passato un sabato tranquillo e spensierato con Xad e ho avuto il piacere di conoscere la sua famiglia. In questo periodo sto vivendo alcune situazioni difficili e un giorno di vacanza era ciò di cui avevo bisogno.

6 pensieri su “Commodore 8296 (1984) e 8250LP (1983)

  1. Ezio

    Tu vuoi farci morire. O vuoi farci sperare. Un recupero così nell’anno del Signore 2013 è impossibile. Sono tutti finiti in discarica nel 1990 o giù di lì.
    O forse no ?

  2. Gabriele

    Che storie! :D
    Seguo il blog di Xad, anche se a volte è lentissimo o va addirittura in errore, ed avevo letto quella entry a cui fai riferimento. Mai avrei immaginato ci fosse anche il tuo zampino.
    Quando fai questi recuperi itineranti, sei una specie di Indiana Jones del retrocomputing. :D
    Bellissimo post, come sempre. Ma quei computer lo sono ancora di più. :)

  3. Giacomo Vernoni Autore articolo

    Beppe, devo rivedere il film perché mi ricordo solo qualche scena: poi capirò meglio la citazione. Ho come l’impressione che si tratti dell’aggettivo che ho usato per descriverlo :-)

    Ezio: c’è ancora speranza, certo che più passa il tempo e più è difficile, ogni tanto ne spunta fuori uno ma purtroppo si tratta sempre di oggetti in vendita.

    Gabriele: addirittura Indiana Jones! del resto, in termini informatici, si tratta di reperti preistorici :-D

  4. Cristiano Rossi

    lo si può intuire che abbia un design da fantascienza. Sembra come quei computer di bordo che venivano usati sulle astronavi nella saga “Star Trek”.

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