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Apple QuickTake 200

Apple QuickTake 200

Questa macchina fotografica digitale mi è stata regalata da una coppia che mi ha contattato attraverso il sito: quando ricevo un messaggio dal form di contatto mi fa uno strano effetto, è sempre una sorpresa…

Mi ricordo che quando questa macchina venne commercializzata da Apple a metà degli anni ’90, l’azienda per cui lavoravo ne ebbe una in prova per qualche giorno. A parte la risoluzione delle foto, adatta solo per applicazioni a video e non per la stampa, un difetto era la durata delle batterie: con quattro pile stilo si riusciva a fare uno o due “rullini” poi si doveva cambiarle! Infatti questa macchina mi è stata regalata con l’alimentatore opzionale, acquisto obbligato se si voleva anche collegare la macchina al Mac e scaricare le foto senza investire un capitale in pile.

Italo e Giulia, una donazione di computer Apple

Circa un mese fa ho ricevuto un messaggio da una persona che mi chiedeva se ero interessato a ricevere qualche computer Apple.
Dato che questa persona – Italo – abita a un paio d’ore di macchina da casa mia, abbiamo deciso una data per vederci. Domenica scorsa sono quindi andato a conoscere Italo e sua moglie Giulia: ho poi scoperto che a “tirare le fila” della donazione era Giulia, che si è occupata della ricerca su internet di qualcuno che potesse essere interessato a ritirare i computer che da troppo tempo erano in garage.

Una coppia davvero piacevole – grossomodo dell’età dei miei genitori – che ha iniziato a usare computer Apple negli anni ’80 con il IIgs; all’epoca Italo aveva 6 Apple IIgs in rete (!) nel suo studio che mandavano in esecuzione un programma realizzato ad hoc per la sua attività.

Chiacchierando e ricordando, le ore sono passate veloci; ho recuperato alcuni IIgs in discrete condizioni (peccato per le plastiche un po’ ingiallite) con floppy drive esterni da 3,5″ e espansione di memoria da 1MB. Tutto completo di manuali. Inoltre un Macintosh LC 475, una macchina fotografica digitale Apple QuickTake 200 e un lettore CD esterno Apple PowerCD che non avevo mai visto prima.

Ogni tanto Italo e Giulia vengono dalle mie parti per fare scorte di vino ramandolo, spero di rivederli: mi farebbe proprio piacere!

Apple Power Mac G4 Cube

Apple Power Mac G4 Cube

Non è vecchio come altri computer della mia collezione, però sono comunque passati 8 anni da quando hanno smesso di produrlo…

Quando è stato presentato mi è piaciuto molto, ma costava davvero troppo: il costo elevato è stata la causa del suo insuccesso. Di conseguenza ne sono stati venduti pochi e non se ne trovano tanti in giro: anche se ormai per gli standard attuali può andar bene per spedire qualche mail e usare applicazioni non troppo potenti, mantiene comunque un certo costo nel mercato dell’usato.

Una sera un amico mi ha mandato un sms chiedendo se fossi interessato al suo Cube… ci ho pensato un po’, abbiamo trovato un accordo sul prezzo e oggi finalmente sono andato a prenderlo. Il sistema è completo del monitor LCD Apple Studio Display da 15″, tastiera, mouse e le due casse audio progettate da Harman Kardon.

Apple IIc

Apple IIc

Comprato qualche anno fa a un prezzo simbolico da un cliente del mio rivenditore Apple di fiducia.

Non l’ho usato/testato molto perché non avevo floppy con software per Apple II; ora ho qualcosa in uno scatolone che ho fermato in tempo prima che raggiungesse la solita destinazione (il cassonetto dei rifiuti), per cui prima o poi lo riaccendo e ci faccio un giro…

Le condizioni estetiche non sono delle migliori, le plastiche sono ingiallite; il monitor in particolare, oltre ad aver perso il colore grigio originale, ha anche un segnale video un po’ instabile. Prima o poi riuscirò a convincere il mio caro amico “elettronico” a darmi una mano a metterlo a posto!

Apple Power Macintosh 7200/90

Questo 7200 è un po’ diverso dalla maggior parte dei pezzi della mia collezione: non è un computer dismesso da qualche azienda dopo aver preso un sacco di polvere su uno scaffale, ma è un computer che… ho dismesso da me!

E’ infatti il primo Macintosh nuovo che mi sono comprato, nel 1996: un Mac da usare a fondo quindi, attuale al momento dell’acquisto.

Mi sarebbe piaciuto acquistare il modello più potente (7500), ma non me lo potevo permettere; comunque all’epoca lavoravo da dipendente e quindi non ne avevo bisogno da un punto di vista professionale, ma solo come computer da tenere a casa. Ha svolto egregiamente il suo lavoro!

Apple Macintosh PowerBook 3400c

Apple Macintosh PowerBook 3400c

Questo portatile ha fatto il giro del mondo… avevo notato la tastiera americana ma pensavo che fosse stata una scelta dell’acquirente, invece, quando l’ho capovolto per annotare il numero di serie, mi sono accorto che è “Assembled in the U.S.A.”. C’è anche un adesivo che indica che è stato di proprietà di un dipendente del DOD, il dipartimento della difesa americana, probabilmente un familiare di una persona che lavorava in una base Nato qui in Italia.

E’ stato quindi venduto a una ragazza che dopo averlo comprato è andata a lavorare in Francia; regalato a un mio amico che l’ha usato ancora un po’ e poi me l’ha a sua volta regalato (grazie Luca!).

Il Macintosh Plus di Barbara (Roma)

Un giorno ricevo questa e-mail dal form di contatto del sito:

Sono capitata sul sito per caso e dopo aver leggiucchiato qua e là sono andata vedere nel ripostiglio: per caso ti serve un Apple Macintosh Plus 1MB con tastiera/mouse/cavetto? Credo funzionante. Non è il mio genere di ‘usato’, a me non dice (quasi) niente, magari a te piace. Fammi sapere.

Ho risposto con entusiasmo anche se all’inizio temevo che volesse cercare di vendermi il computer… dubbio fugato dal messaggio successivo:

Ovviamente non pensavo proprio di ‘venderlo’ piuttosto pensavo …andasse a star meglio!!! io non lo uso da secoli, lo avevo comprato di seconda mano da un grafico e lo usavo per scrivere.
Col tempo e’ finito in un angolo da cui sono ben felice di farlo uscire essendo una che fa fatica a buttare le cose, spazio permettendo.

Alla mia curiosità di sapere come fosse capitata sul sito mi ha risposto che sono finita sul tuo sito per caso (non mi ricordo come, visto che cercavo una bici usata!) e mi ha divertito vedere come ognuno ha il ‘vintage’ che si merita e le passioni più bizzarre, quindi per piacere di stramberia penso di poter perdere tempo a fare un pacco e spedirtelo.

Il ‘piccolo’, come lo chiama Barbara, è poi arrivato a destinazione sano e salvo. Nel frattempo ci siamo scambiati qualche messaggio e ho scoperto una persona interessante e simpatica… dovessi ricapitare a Roma andrò sicuramente a trovarla!

Il Macintosh Plus funziona perfettamente, ha solo un video un po’ traballante che vedrò di sistemare appena ho tempo e spazio per poterlo fare (= casa nuova); intanto ha ricevuto il normale ciclo di pulizia insieme alla tastiera e al mouse che ovviamente risentivano di anni di utilizzo e ripostiglio…

Ritorno alla vita di un Macintosh SE/30

Apple Macintosh SE/30

Una decina di giorni fa ho recuperato un macintosh SE/30 che era appoggiato in un angolo, destinazione discarica, con un centimetro di polvere, la scheda madre appoggiata sul case, senza alimentatore.
Nessuno sapeva dirmi che problemi avesse, era lì da così tanto che anche il ricordo del guasto si era perso nel tempo.

Lo porto via io.

Arrivo a casa, e mi ricordo di avere in cantina un Macintosh SE con la scheda madre guasta ma forse l’alimentatore funzionante. Il modello è simile, penso che l’alimentatore potrebbe essere lo stesso.

Mi ritrovo in cucina con due compatti impolverati da smontare, meglio se prima gli dò una pulita – mia moglie potrebbe arrivare da un momento all’altro e non voglio che mi colga in flagrante spargimento di polvere. Una spugna umida per le plastiche esterne e un pennello per la scheda madre (non spolvero mica in cucina, vado in terrazza, accanto allo stenditoio con la biancheria pulita), giusto per togliere il grosso dello sporco. Apro il “donatore”, anzi, era già aperto, mancano tutte le viti, devo solo svitare l’alimentatore dopo aver staccato tutti i cavi.

Collego al volo l’alimentatore all’esse-e-trenta. Collego tutti i cavi e incastro l’elettronica del tubo catodico che era staccata. Attacco il cavo alla corrente. Pausa. Pulsante di accensione. Non sento il suono di avvio: se non collego l’altoparlante, certo che non sento il suono d’avvio. Il Mac è rivolto verso il muro e non vedo lo schermo, sento però il disco che inizia a girare. Buon segno! Icona con il dischetto: il disco rigido non viene riconosciuto. Dato che conosco questi vecchi dischi SCSI, penso che magari il disco è stato fermo, era già lento di suo, il sistema non l’ha riconosciuto perché doveva ancora essere pronto… spengo e riaccendo. Parte il sistema operativo!

Mi ritrovo nel Finder, con un’installazione pulita del System 7.1.2; la macchina ha un hard disk da 80MB e 2MB di RAM. Il piccolo funziona perfettamente, peccato solo che è ingiallito a zone: probabilmente aveva uno schermo antiriflesso davanti al monitor come andava di moda vent’anni fa.

Spengo, avvito l’alimentatore, collego l’altoparlante, chiudo il case e pulisco di fino. Guardo il Mac e mi sento soddisfatto e orgoglioso…

Riporto il computer “cannibalizzato” in cantina, metto via gli attrezzi, ripulisco il tavolo della cucina e appoggio il Macintosh SE/30 in soggiorno: ho deciso che starà lì per un po’.