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Console NEC Turbografx

NEC TurboGrafx (1990)

Conoscevo le prime due varianti di questa console: l’originale PC Engine giapponese del 1987 e la versione americana TurboGrafx-16 del 1989. Questa è invece la versione destinata al mercato europeo, chiamata semplicemente TurboGrafx, del 1990: era basata sul modello americano, con alcuni accorgimenti per farla funzionare con lo standard PAL. Il lancio della console in Europa fu annullato, e quelle già prodotte furono cedute a vari distributori.

Questo articolo conclude la documentazione della donazione di Enrico S. del 2011, che includeva i due CPC 464 del post precedente, un Vectrex, una ColecoVision, un Neo•Geo AES e un Amiga 500.

Di solito si usa l’acronimo inglese “NOS” (new old stock) per indicare un oggetto come questo: è vecchio, ha ormai 35 anni, ma è anche nuovo, nel senso che non è mai stato utilizzato ed è ancora nella sua confezione originale. “Avanzo di magazzino” non rende l’idea allo stesso modo…

La console “completa” è divisa in due scatole, suppongo per semplificare la distribuzione della console nei vari stati della “zona PAL”: la console uguale per tutti, gli accessori personalizzati per i vari stati (prese, voltaggi, cavi a/v, ecc.).

Nella scatola principale troviamo quindi la console con le relative istruzioni, un controller, e il gioco incluso (sotto la console).

NEC Turbografx - contenuto scatola console

Nella scatola degli accessori c’è l’alimentatore (originale NEC con presa italiana), un cavo a/v composito, il modulatore, un cavo antenna, e un paio di adattatori per il cavo antenna.

NEC Turbografx - contenuto scatola accessori

Ecco la console:

NEC Turbografx

La parte posteriore della scocca è collegata alla console con un gancio nella parte inferiore. Dopo aver estratto dai sacchetti protettivi la console, l’alimentatore, il cavo video e il controller, per un po’ mi sono rigirato la console tra le mani in cerca del connettore di alimentazione, prima di capire che la parte posteriore fosse sganciabile.

NEC Turbografx - coperchio staccato

Una vista della console senza il “coperchio” posteriore:

NEC Turbografx

Sul lato frontale sono presenti l’interruttore di accensione e la porta per il controller; sul retro la porta di espansione; a sinistra l’uscita audio/video e il connettore per l’alimentazione. Per poter giocare in più di un giocatore era necessario acquistare un accessorio a parte.

NEC Turbografx - viste

La scocca posteriore ha una piccola scanalatura per far passare il cavo di alimentazione.

Il controller è lo stesso “TurboPad” della versione americana, infatti è presente la dicitura “TurboGrafx 16”.

NEC Turbografx - Turbopad

I giochi venivano distribuiti su una cartuccia chiamata HuCard, più o meno delle dimensioni di una carta di credito.

NEC Turbografx - Blazing Lazers HuCard

Questa versione della console includeva il gioco Blazing Lazers.

NEC Turbografx - Blazing Lazers

Una foto della schermata iniziale, prima di arrivare al titolo del gioco: è la versione animata dell’illustrazione in copertina :-)

NEC Turbografx - Blazing Lazers

Il case è derivato da quello dei CD.

NEC Turbografx - Blazing Lazers

La custodia della HuCard è diventata appiccicosa, forse a causa del ritardante di fiamma utilizzato nella plastica; l’ho pulita con l’alcol isopropilico, e prima di riporre la console ho avvolto custodia e gioco con un po’ di pellicola trasparente per evitare di rovinare la cartuccia.

Per approfondire, consiglio l’articolo di Wikipedia in inglese (quello in italiano a mio parere è di qualità inferiore) e un’analisi dell’architettura della console, sempre in inglese, di Rodrigo Copetti.

Turbografx-16
PC Engine / TurboGrafx-16 Architecture – A Practical Analysis

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